Babilonia (Italian Edition) by Yasmina Reza

Babilonia (Italian Edition) by Yasmina Reza

autore:Yasmina Reza [Reza, Yasmina]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: bf77d01f54449ed9922710810fedf5c8b4d0769a
Amazon: B071HBQFFX
editore: Adelphi
pubblicato: 2017-05-17T22:00:00+00:00


Jean-Lino non sa che fare. Lasciarla a sbollire la rabbia e andare a fumare. Oppure rimanere per tentare di rabbonirla. Lei si era seduta alla sua scrivania nel salotto, un piccolo secrétaire vecchio stile, aveva inforcato gli occhiali e leggeva le mail sul computer portatile con l’espressione di una donna che torna alle cose degne d’interesse. Non l’aveva mai vista consultare la posta di notte. Risalire la china non sembrava cosa da poco. Decide di uscire a fumarsi una sigaretta. Si infila il giubbotto e se ne va. Prende le scale di servizio. Arrivato al nostro piano sente delle voci. Gente che sta uscendo da casa nostra e chiacchiera sul pianerottolo in attesa dell’ascensore. Pensa che nel gruppo ci siano mia sorella e Serge. Sente ridere, sente la mia incantevole voce (è il termine che usa). Benché la porta che separa il pianerottolo dalle scale sia chiusa, torna indietro di qualche gradino per evitare di essere visto. Ha perso tutto il suo aplomb. Si vergogna. Un’ora prima faceva parte di quell’allegra combriccola, si sentiva accolto, a tratti forse persino apprezzato. Adesso non vuole nemmeno più correre il rischio di incontrare qualcuno da basso. Anche se quelli sono andati via, potrebbero arrivarne altri. Quando sente partire l’ascensore e la nostra porta chiudersi torna su al quinto. Si siede sull’ultimo gradino, sulla moquette logora, e si accende la sigaretta. È la prima volta che fuma sulle scale. Non gli era mai venuto in mente. Ripercorre la serata. Sorride ripensando a tutti i momenti belli, non ha percepito derisione facendo ridere, ma forse lui è ingenuo. Non uscivano spesso, non con quel tipo di gente in ogni caso. All’inizio avevano avuto un po’ di fifa ma poi si erano subito sentiti a loro agio. Non è più sicuro di niente. Sa solo che era felice e non lo è più. E che qualcuno ha fatto in modo di scippargli l’allegria. Io lo capivo meglio di chiunque altro, aveva trovato la persona giusta con cui parlare. Mio padre non era capace d’innervosirsi senza alzare le mani. A tavola, un giorno che ero contenta, avevo rubato una patata dal piatto di portata e me l’ero messa in bocca con il coltello. Le ho immediatamente prese e mi brucia ancora oggi. Non perché me le aveva date, ci ero abituata, ma perché aveva stroncato la mia allegria. A Jean-Lino sembra un’ingiustizia. Si vede lì, piegato in due su quel gradino nel suo giubbotto, alla luce orribile delle scale. Gli tornano in mente le parole di Lydie a proposito di Rémi. Aveva fatto in modo di non sentirle troppo. Aveva bevuto, e questo aiutava. Ma adesso era tutto scomparso, l’allegria, l’euforia. Davvero il bambino lo disprezzava? Jean-Lino non credeva che un bambino di quell’età potesse avere un sentimento del genere, ma lei aveva detto anche che lui non ci capiva niente. Aveva rinunciato a Nonno Lino, sperava in qualcos’altro, qualcosa di più costruito e più profondo. L’ultima volta che ha visto Rémi l’ha portato al Jardin d’Acclimatation. Era un giorno infrasettimanale, durante le vacanze invernali.



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